Incontro sulla situazione in Cile

Sabato 21 Dicembre dalle 17 e 30 sarà ospite alla Casa Cantoniera Autogestita la Rete Internazionalista Prigionierx Politicx del Cile per un assemblea / dibattito con aggiornamenti sulle lotte dei prigionieri politici cileni, in particolare contro il DL (decreto legge) 132 e un’analisi della rivolta popolare in corso, con testimonianze dirette e proiezioni video.

Seguirà una cena con cucina cilena vegan! Tutto il ricavato sarà per finanziare le spese legali dei prigionieri e delle prigioniere politiche cilene.

“Ripercorriamo l’appoggio incondizionato dei nostri prigionieri sequestrati nel carcere di alta sicurezza a Santiago del Cile con attenzione particolare alle urgenze verso il compagno Juan Aliste in attesa di cure necessarie “salva vita” da ormai due anni e la applicazione retroattiva del Dl 321 (febbraio 2019) che ricalcola la libertà condizionale al compagno Marcelo Villarroel che lo costringe a 15 anni di carcere aggiuntivi.

Seguirà un’analisi della Rivolta di questi giorni.

Fino a quando ci sarà miseria, ci sarà ribellione!

Rete Internazionalista Prigionierx Politicx

Ad oltre cinquanta giorni dall’inizio delle proteste, inizialmente per l’aumento del costo dei trasporti pubblici, la rivolta del popolo cileno si è estesa ed accresciuta fino a rivelarsi sempre più una rivolta della gente dal basso contro un potere elitario corrotto che trae profitto attraverso la distruzione delle risorse naturali ed umane del paese.

La gestione della rivolta messa in atto dal presidente Pinera ha reso fin da subito evidente che più che di democrazia si deve parlare di un regime “democratico” sempre più somigliante al regime del generale Pinochet. Ad oggi, dal 26 di ottobre, sono almeno 42 i morti durante le proteste, centinaia le persone rimaste accecate dai proiettili delle forze dell’ordine, 12mila i feriti e almeno 20mila persone detenute. Violenze per mano delle forze dell’ordine o dell’esercito ai danni della popolazione sono all’ordine del giorno. Insieme al coprifuoco, dell’era Pinochet sono tornati anche i “desaperacidos”, 121 quelli denunciati fino ad ora.

Ciò nonostante la rivolta non ha dato segno di smorzamenti, al contrario a fianco della “primera linea” pronta ad affrontare le forze della repressione nelle strade di Santiago, si sta assistendo a un’espolosione di creatività del popolo cileno, col fine di portare l’attenzione di tutto il popolo e del mondo sulla necessità di cacciare Pinera, e – per certo – desiderando molto di più; veicolando al tempo stesso messaggi contro il potere e contro vari tipi di soprusi, quale ad esempio la violenza patriarcale.